Edilizia scolastica, l'accusa dell'Ance: "Persi 17 milioni per la messa in sicurezza"

Edilizia scolastica, l'accusa dell'Ance: "Persi 17 milioni per la messa in sicurezza"
nov 12

Repubblica

di GIOACCHINO AMATO

La Sicilia perde 17 milioni di euro stanziati dal governo centrale, le imprese edili hanno speso inutilmente quasi 500 mila euro e soprattutto le scuole che dovevano essere messe in sicurezza rimangono a rischio. È la denuncia che arriva dai costruttori di Ance Sicilia ma anche solo l'ultimo esempio della lentezza dell'intera macchina degli appalti nell'Isola. Sempre l'Ance aveva calcolato in precedenza che solo il 43 per cento delle gare d'appalto bandite vedeva l'aggiudicazione dei lavori dopo un anno. Un "tempo minimo" enorme malgrado la il vistoso calo del numero di gare bandite: quest'anno appena 64 con una flessione di quasi il 60 per cento rispetto all'anno precedente.

Adesso il caso delle gare per rendere alcune scuole siciliane sicure e antisismiche con i fondi stanziati dal governo Renzi. "La lentezza delle sette stazioni appaltanti denuncia Ance Sicilia - che non hanno completato in tempo le gare per la messa in sicurezza di alcune scuole e i ritardi di eventuali altre istituzioni competenti non ha comportato unicamente la restituzione al ministero dei 17 milioni stanziati, ma ha anche provocato un forte danno a 95 imprese che, per partecipare alle sole 3 gare bandite col criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, hanno dovuto spendere ciascuna circa 5 mila euro. Le aziende hanno così dovuto bruciare invano circa 475 mila euro". E non mancano casi paradossali di "ordinaria burocrazia".

In dettaglio, rende noto l'Ance Sicilia, il Comune di Patti ha bandito la gara, ma non l'ha più espletata. Persi 2,5 milioni a bando, le 29 imprese partecipanti hanno speso 145 mila euro. Stesso caso per il Comune di Taormina. Perduti 1,7 milioni, le 47 imprese partecipanti hanno speso 235 mila euro. Il Comune di Palazzo Adriano, addirittura, ha bandito la gara, che sarebbe ancora in corso di espletamento nonostante il finanziamento sia stato revocato per scadenza dei termini, e ciò perché, secondo quanto risulta, fino a due giorni fa la novità non sarebbe stata ancora ufficialmente comunicata alla commissione. Infatti, mercoledì scorso la commissione tecnica aveva ancora in calendario l'attribuzione del punteggio tecnico alle 19 offerte pervenute (una esclusa per mancata presentazione dell'offerta tecnica). Revocati 1,6 milioni, le 19 imprese hanno speso 95 mila euro.

Quanto agli altri quattro casi nei quali le gare non sono state bandite, sottolinea Ance Sicilia, il Comune di Termini Imerese (1,1 milioni perduti) ha approvato i documenti di gara con la vecchia normativa e non ha fatto in tempo ad adeguare il bando e il disciplinare. Invece il Comune di San Pietro Clarenza (1,5 milioni) è riuscito ad adeguare bando e disciplinare alla nuova normativa e ha firmato la convenzione con il Provveditorato opere pubbliche di Palermo che avrebbe dovuto gestire la gara, che però non è mai stata bandita. Il Comune di Torregrotta (3,3 milioni) non ha mai bandito la gara perché da oltre un anno attende un parere dall'assessorato regionale Territorio e ambiente. E dulcis in fundo neanche Ance Sicilia è riuscita ad ottenere informazioni sull'excursus al Comune di Pantelleria (4,5 milioni il finanziamento revocato).

E Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, aggiunge: "I casi sono tanti altri in Sicilia e in generale occorre un provvedimento serio perché finalmente d'ora in poi qualcuno risarcisca questi danni. Le imprese edili, già devastate dalla crisi, non possono più subire oltre. Prevedere finalmente un deterrente è un imperativo categorico, perché questa è solo la punta dell'iceberg

di una situazione diffusa che tiene bloccati miliardi su miliardi per le opere pubbliche"."Quest'ultimo grave caso - sottolinea Cutrone - rende più urgente la necessità che l'Ars approvi il disegno di legge del governo regionale che impone tempi più stringenti per completare le procedure di gara. Sono in evidenza sempre più casi come questi e bisogna fare capire ai responsabili e ai burocrati che la loro pacchia è finita".

Scuola | 12/11/2016

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